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      La lega lombarda, e specialmente queste quattro città rimanevano sommamente esposte finchè Lodi teneva le parti dell'imperatore, onde i confederati risolsero di ottenere colla forza ciò che le amichevoli insinuazioni non avevano ottenuto. Allora riunirono le loro milizie, che furono precedute da una terza deputazione de' Cremonesi, i quali aggiungendo le minacce alle preghiere, avvertirono gli antichi loro alleati che una inevitabile ruina terrebbe dietro all'inconsiderata opposizione ai voti de' Lombardi.
      Risposero i Lodigiani che non potevano credere che i Cremonesi, i quali a proprie spese e colle loro mani medesime rialzate avevano le loro mura, volessero oggi assediarle e distruggerle; che volessero massacrare coloro che gli erano affezionati, amici, ospiti, perchè mantenevansi costanti nel partito che anch'essi avevano fin allora sostenuto; che Cremona era sempre stata l'alleata dell'antica Lodi fino all'epoca della sua ruina; che aveva con tutte le sue forze protette le borgate ov'eransi riparati i Lodigiani ne' quarant'anni della loro servitù; che lo stesso affetto aveva fino al presente conservato alla novella Lodi. Ma che se adesso volevano opprimere i loro antichi amici, i Lodigiani si esporrebbero al pericolo ond'erano minacciati, piuttosto che mancare ai giuramenti che li legavano all'imperatore loro benefattore183.
      Non consentendo la comune salvezza di lasciarsi smuovere da così toccanti preghiere, l'armata confederata intraprese l'assedio di Lodi, facendo ben tosto soffrire agli abitanti una crudel fame.


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Storia delle repubbliche Italiane dei secoli di mezzo
Tomo II
di Jean-Charles-Léonard Simonde de Sismondi
1819 pagine 316

   





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