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      Il giorno 6 luglio, il conte Enrico di Dessau giurò, per parte dell'imperatore ed in suo nome, una pace perpetua colla Chiesa, una pace di quindici anni col re di Sicilia, ed una tregua di sei anni da incominciarsi il primo agosto seguente coi Lombardi240. Durante questa tregua, i beni e le persone dei membri della lega dovevano godere ne' domini imperiali di una piena sicurezza e degli avvantaggi che vi si godono in tempo di pace; ed a vicenda le stesse immunità venivano accordate ai sudditi dell'imperatore nelle terre de' Lombardi. I consoli ed i consigli di credenza così delle città confederate, come di quelle che stavano per l'imperatore, dovettero giurare nella pubblica assemblea, ed a nome del popolo, che osserverebbero la tregua, e non farebbero ingiuria nè alle persone nè alle proprietà.
      Fu ancora convenuto che ogni città dei due partiti nominerebbe due arbitri Treguari, ossia difensori della tregua, che avrebbero il carico di terminare le contese che potessero aver luogo tra i membri delle opposte parti, cosicchè per particolari ingiurie niuna persona potrebbe avanti che siano terminati sei anni di tregua farsi ragione colle armi.
      Finalmente l'imperatore rinunciava in tal tempo al diritto di chiedere il giuramento di fedeltà da verun membro della lega241.
      Poichè dal conte di Dessau fu emesso il giuramento di pacificamento in nome di Federico, e che un simile giuramento venne pronunciato dal cappellano dell'arcivescovo di Colonia a nome de' principi del suo partito, Alessandro sciolse dal giuramento il doge ed il popolo di Venezia, ed acconsentì che l'imperatore entrasse in città. Sei galere veneziane andarono subito a prenderlo a Chiozza, ed il sabato di sera 23 giugno lo condussero a S. Nicolò di Lido ove la Signoria avevagli fatto allestire un alloggio.


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Storia delle repubbliche Italiane dei secoli di mezzo
Tomo II
di Jean-Charles-Léonard Simonde de Sismondi
1819 pagine 316

   





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