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      All'indomani mattina il papa montò sulle galere siciliane, e coll'accompagnamento degli ambasciatori di quella corte, e dei rettori delle città lombarde, venne a sbarcare sulla piazza di S. Marco. Nel tempo stesso il doge Ziani, il patriarca, il clero ed il popolo di Venezia condussero colle loro galee sulla stessa piazza l'imperator Federico, il quale, vedendo il pontefice, si sciolse il suo mantello, e prostratosegli avanti gli baciò i piedi. Dopo quest'atto ricevette il bacio di pace, e quindi entrarono insieme in chiesa, ove il popolo intuonò il Te Deum242. Terminato il divino ufficio, e rivocata la scomunica fulminata contro il monarca ed i suoi sudditi, Federico condusse il papa al suo cavallo, e gli tenne la staffa; indi ricevette la briglia dallo scudiere, e preparavasi a far le veci di questo, ufficiale in conformità del ceremoniale cui eransi sottomessi i suoi predecessori; ma il papa vedendo che la strada che doveva ancora fare non era breve, lo dispensò da così umiliante formalità243. In una privata visita ch'egli ricevette il successivo giorno, i due capi dell'Impero e della Chiesa felicitaronsi a vicenda della loro riconciliazione244.
      Resa per tal modo la pace all'Italia, si sciolse il congresso di Venezia, ed il papa si ritirò nella piccola città d'Anagni ove dopo le turbolenze di Roma aveva stabilita la sua residenza. Ne' primi mesi del 1178, ricevette una deputazione di quel senato che lo invitava a riprendere il governo della sua greggia, ed a rientrare nella sua capitale.


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Storia delle repubbliche Italiane dei secoli di mezzo
Tomo II
di Jean-Charles-Léonard Simonde de Sismondi
1819 pagine 316

   





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