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      E per tal modo un sommo pericolo nazionale, un eminente interesse comune ai governanti ed ai governati ha potuto alcune volte riunire i loro sforzi per il conseguimento del ben pubblico. In faccia a questo tacciono le private passioni, le rivalità non hanno occasione di manifestarsi, il popolo conosce il bisogno di essere governato da persone che uniscano ai talenti la virtù, e non accorda la sua confidenza che agli ottimi. Gli amministratori della repubblica sentono allora il bisogno di meritarsi questa confidenza onde poter mettere in opera tutta la forza nazionale contro l'imminente pericolo; allora la più grossolana ed imperfetta costituzione basta per contenere ne' giusti limiti i governanti e per rendere i cittadini docili, zelanti, disinteressati. I repubblicani italiani ebbero questi vantaggi finchè durò la guerra di Lombardia, e li perdettero dopo la pace di Costanza. Tosto che l'indipendenza delle città fu riconosciuta dall'imperatore, credette il popolo che fosse venuto il tempo di farsi render conto del potere dei gentiluomini che avevano fino a tal epoca amministrati i suoi affari con sommo patriottismo257, valore ed avvedutezza: e quantunque questa nuova diffidenza cadesse sopra uomini cui tanto dovevano le repubbliche, non si deve però attribuirlo soltanto allo sviluppo dell'ambizione e della vanità dei plebei, nè accusarli d'ingratitudine. Cessati i pericoli che minacciavano le città, gl'interessi de' nobili e del popolo si separarono. I primi non avendo più di mira la pubblica difesa, eransi di nuovo abbandonati a progetti d'ingrandimento e d'ambizione.


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Storia delle repubbliche Italiane dei secoli di mezzo
Tomo II
di Jean-Charles-Léonard Simonde de Sismondi
1819 pagine 316

   





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