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      Questo principe, detto Guglielmo il cattivo, appena occupato il trono paterno, abbandonossi così ciecamente ai più indegni favoriti, che la nobiltà della corte, per salvargli la vita, dovette congiurare contro le creature del suo re. Majone, oscuro cittadino di Bari, nominato grande ammiraglio, aveva progettato di far morire Guglielmo per montar egli sul di lui trono; progetto che avrebbe avuto intera esecuzione se il pugnale de' cospiratori non veniva in soccorso del re264. Durante la debole e burrascosa amministrazione di Guglielmo I, e la lunga minorità di Guglielmo II, l'edificio sociale innalzato con tanta fatica dai conquistatori normanni fu quasi totalmente distrutto. Nelle province di qua dal Faro i Lombardi avevano introdotto il sistema feudale, onde quando pubblicaronsi le loro leggi i signori riebbero un'indipendenza che sarebbe stata assoluta, se la loro ambizione non gli avesse avvicinati alla corte; e le città medesime si eressero in corpi politici talvolta indocili, liberi mai. La Sicilia presentava un aspetto affatto differente. Governata lungo tempo dagli Arabi e prima dai Greci, non conosceva che le costumanze e la politica degli Orientali. Guglielmo era per quest'isola uno di quegli effeminati sultani che tosto o tardi disonorarono tutte le dinastie dell'Asia: circondato d'eunuchi, di donne, di preti corrotti, di vilissimi servi, governava il suo regno come volevano i piccoli intrighi del serraglio di Palermo. Intanto i Saraceni, ridottisi nelle montagne, occupavano ancora la maggior parte dell'interno dell'isola; essi non ubbidivano che ai loro capi, e la fede di questi verso il re era assai sospetta.


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Storia delle repubbliche Italiane dei secoli di mezzo
Tomo II
di Jean-Charles-Léonard Simonde de Sismondi
1819 pagine 316

   





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