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      Egli spogliò la Sicilia de' suoi tesori che mandò in Germania, e con insolita crudeltà si rese odioso non solo ai sudditi, ma perfino alla propria sposa Costanza, che, ultima erede del sangue normanno di Sicilia, risguardava come proprie le sventure de' suoi compatriotti; onde fu comune opinione che, per metter fine a tanti furori, cospirasse contro al marito284. E perchè i suoi alleati non fossero meglio trattati de' suoi sudditi e de' suoi parenti, mancò a tutte le promesse fatte ai Genovesi, annullando tutti i privilegi di cui godevano nei porti del regno di Napoli. Nè di ciò contento, volle pur rendersi esoso agl'Italiani durante il breve soggiorno che fece due volte nel loro paese285; se non che nella seconda sua spedizione morì inaspettatamente nell'assedio d'un castello ribellatosi contro di lui286. Morì pure tre anni dopo papa Celestino III che, durante il suo regno di sett'anni, ebbe con Enrico diverse contese287. Anche Costanza, che dopo la morte del marito aveva prese le redini del regno, lo raggiunse un anno dopo nel sepolcro, lasciando unico erede delle case di Svevia e di Sicilia un fanciullo di quattr'anni già incoronato sotto nome di Federico II, ma sprovveduto d'amici e circondato di rivali288.
      Una sola guerra di qualche importanza disturbò l'alta Lombardia durante il regno d'Enrico VI, e fu quella delle repubbliche289 di Brescia e di Cremona. Avevano i Bresciani accordata la loro protezione a molti conti del territorio di Bergamo e con un trattato fatto del 1191 avevano riunito al territorio di Brescia i castelli di Merlo, Calepio e Sarnico.


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Storia delle repubbliche Italiane dei secoli di mezzo
Tomo II
di Jean-Charles-Léonard Simonde de Sismondi
1819 pagine 316

   





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