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      Colà mantenendosi in tutto il loro splendore, e resi potenti dal numero de' vassalli e dalle accumulate ricchezze, conservarono tra le repubbliche della Marca un'influenza che non avevano i nobili d'altri paesi, e si appropriarono il godimento e l'elezione di tutte le magistrature, non lasciando tempo al popolo di misurare le proprie forze e di scuotere il giogo.
      Non perchè fossero vinti e sottomessi agli ordini delle repubbliche, ma solo per approfittare de' servigi de' loro subalterni, e per aprire alla loro ambizione una più vasta carriera, i nobili vennero a stabilirsi nelle città della Venezia. Perciò fissandovi la loro dimora non vollero esporsi alle tumultuose passioni di un popolo incostante, e fabbricandosi case in seno alle città diedero loro, se non la forma, la solidità delle fortezze. Grosse mura porte e barricate di ferro, aperture assai più appropriate alla difesa che al comodo assicuravano al nobile nella propria casa un'assoluta indipendenza in mezzo ad una città nemica. E quand'ancora queste prime difese venivano superate, una torre quadrata, formata di enormi masse di pietra, offriva in ogni casa nobile un impenetrabile asilo, che non poteva forzarsi senza un lungo assedio; poichè sull'alto della torre conservavansi abbondanti provvisioni, e le armi necessarie alla difesa295.
      La potenza de' gentiluomini in tutte le repubbliche della Marca non avrebbe crollato giammai, se fossero rimasti uniti; ma l'assoluta indipendenza di cui godevano, incoraggiando ognuno ad appagare tutte le passioni, fece nascere fra di loro le più sanguinose liti.


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Storia delle repubbliche Italiane dei secoli di mezzo
Tomo II
di Jean-Charles-Léonard Simonde de Sismondi
1819 pagine 316

   





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