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      Finchè queste durarono, i diritti degl'imperatori in Italia non ebbero chi li difendesse.
      Innocenzo non tardò a conoscere i vantaggi della presente sua situazione, e tutto si ripromise dal suo coraggio in così favorevoli circostanze.
      Le prime sue cure furono rivolte all'interna amministrazione di Roma: sotto il pontificato di Celestino III, l'autorità del senato era stata dai papi definitivamente riconosciuta e fissatane la costituzione con un atto da noi altrove indicato316; ma i Romani non ebbero appena ottenuto il privilegio per cui avevano tanto tempo combattuto, che se ne mostrarono disgustati, e vollero dopo un anno imitare ciò che vedevano praticarsi dalle altre città: soppressero allora l'autorità nazionale del loro nuovo consiglio, per surrogargli un magistrato straniero e militare, che sapesse con maggior vigore frenare le sediziose passioni de' nobili: diedero a questo magistrato il titolo di senatore; e lo collocarono nel palazzo medesimo che occupava il senato in Campidoglio, attribuendogli tutti i poteri del soppresso corpo317. Benedetto Carissimo fu il primo senatore di Roma, cui succedette Giovanni Capoccio; e ne' quattro anni della loro amministrazione, i Romani s'impadronirono della città di Tusculano, lungo tempo oggetto della loro gelosia, e la distrussero interamente318; sottomisero tutta la campagna marittima e tutta la Sabina, e costrinsero le piccole città di queste due province a ricevere i giudici ed i podestà dalle loro mani. Ma quando fu creato papa Innocenzo, il popolo incominciava ad essere geloso dell'autorità sovrana esercitata sopra di lui da un magistrato straniero, ed aveva chiesta al nuovo pontefice una distribuzione di danaro.


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Storia delle repubbliche Italiane dei secoli di mezzo
Tomo II
di Jean-Charles-Léonard Simonde de Sismondi
1819 pagine 316

   





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