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      Spedì una volta seicento soldati all'abbate di Montecassino, perchè potesse difendersi, e duecento ne mandò un'altra volta in Sicilia, credendola esposta ad essere occupata da Marcovaldo: a ciò si ridussero i diretti sforzi del pontefice per la difesa del suo pupillo.
      Dopo aver osservato questa debolezza, i suoi maneggi da capo di partito nelle città d'Italia, e le armate pontificie che riducevansi a poche compagnie, fa maraviglia il vedere lo stesso Innocenzo ingrandirsi a misura che s'allontana dalla sua sede, e parlar da sovrano al rimanente dell'Europa; ordinare ad Andrea, duca d'Ungheria, di andare in Terra santa perchè la sua presenza non turbasse il riposo del re suo fratello336; forzare questi a dichiarare la guerra a Culino, signore della Bosnia per castigarlo d'avere protetti gli eretici337; eccitare i re di Danimarca e di Svezia ad attaccar Suero, re di Norvegia, ed a spogliarlo della corona338; intimare a Filippo Augusto di ritirare dal monastero, e di ristabilire nei diritti di sposa Ingeburga di Danimarca, ch'egli aveva ripudiato, sottoponendo all'interdetto tutto il regno perchè Filippo non l'ubbidiva. Fu questo medesimo pontefice che obbligò a dichiararsi tributarj della santa sede prima il re di Portogallo339, poi il re d'Arragona340, più tardi il re ed il regno di Polonia341, e finalmente quel Giovanni, re d'Inghilterra, che gli giurò fedeltà342. Le scomuniche e gl'interdetti non si resero mai tanto comuni quanto sotto Innocenzo III; nè altro papa si arrogò mai tanta parte nel governo temporale dell'Europa.


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Storia delle repubbliche Italiane dei secoli di mezzo
Tomo II
di Jean-Charles-Léonard Simonde de Sismondi
1819 pagine 316

   





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