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      I Greci contenti del commercio spicciolato e delle manifatture che non richiedevano l'occupazione d'alcuna facoltà dell'anima, e dove gli uomini potevano agire come semplici macchine, abbandonavansi ad una profonda mollizie. I piaceri sensuali ed il riposo erano i soli oggetti dei loro desiderj: essi ignoravano perfino l'esistenza del punto d'onore, ed erano diventati insensibili alla vergogna411. Questo carattere nazionale verrà bastantemente sviluppato quando li vedremo alle mani coi Latini.
      Le cronache delle città marittime d'Italia ci somministrano poche notizie intorno alle colonie stabilite dai loro cittadini in Costantinopoli o in altre città dell'Oriente: queste colonie governavansi da se medesime, nominavano i propri ufficiali senza riceverli dalla metropoli; e qualunque si fossero la popolazione e la ricchezza loro, non potevano ritenersi appartenenti allo stato. Quindi gli storici nazionali diedero pochissima importanza alle guerre de' privati veneziani e pisani nell'altra estremità dell'Europa, comechè le conseguenze che ne derivarono siano ai nostri tempi risguardate con sorpresa; mentre le continue guerre de' Pisani e dei Genovesi, che hanno più che altro l'aria di pirateria, attiravano potentemente tutta l'attenzione delle loro città.
      Già da molto tempo, i Veneziani, siccome più vicini alla Grecia, avevano ottenuti grandissimi vantaggi commerciando colla medesima; e per compensare i beneficj di cui godevano, somministravano le loro flotte agl'imperatori di Costantinopoli per valersene nelle guerre di mare; ma da cinquant'anni in qua questa buona armonia erasi non poco alterata.


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Storia delle repubbliche Italiane dei secoli di mezzo
Tomo II
di Jean-Charles-Léonard Simonde de Sismondi
1819 pagine 316

   





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