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      Le nuove minacce del papa non gli smossero punto, e piuttosto che sottomettersi, lasciaronsi scomunicare. I baroni francesi erano più spaventati per le minacce del papa; onde spedirongli quattro deputati per ottenere d'essere riconciliati colla Chiesa432. Ma mentre cercavano di calmarlo colla loro sommissione, impegnavansi, contro l'espresso suo divieto, in un trattato col giovane Alessio, che per più lungo tempo ancora doveva tener lontane le loro armi dalla guerra sacra.
      L'anno 1203 il principe greco erasi portato a Zara presso i crociati; gli aveva commossi col racconto delle proprie sventure e di quelle di suo padre, e più ancora colle offerte onde seppe abbellire la sua narrazione. Prometteva di ridurre l'Impero di Costantinopoli all'ubbidienza della Chiesa romana, di dividere tra crociati duecento venti mila marche d'argento, di mandare a sue spese in Egitto dieci mila uomini433 (che Villehardovin chiama sempre terra di Babilonia434) quando egli non possa recarvisi personalmente, e di mantenere perpetuamente cinquecento cavalieri alla custodia di Terra santa.
      I Francesi erano già ben disposti a favore del giovane principe, che invocava, presso di loro, l'alleanza di sua famiglia con quella di Luigi il giovane435. I Veneziani d'altra parte abbracciavano con piacere un'occasione di vendicarsi dei torti ricevuti dai Greci, e di far loro provare il proprio potere: e gli uni e gli altri poi parvero sopra tutto mossi dalla considerazione che per conquistare la Siria era prima necessario d'essere padroni delle coste di uno dei due paesi limitrofi, l'Egitto, o l'Asia minore436. I più principali signori dell'armata, il marchese Bonifacio di Montferrat, il conte Baldovino di Fiandra, il conte Luigi di Blois, ed il conte Ugo di san Paolo, accettarono, d'accordo col doge, le condizioni loro offerte dal giovane Alessio; ma i cardinali legati del papa abbandonarono i crociati, e passarono in Cipro, poi nella Siria, piuttosto che prendere parte alla spedizione contro la Grecia437; ed un gran numero di baroni, tra i quali il conte di Monforte, dopo aver dichiarato di non volere imbarazzarsi in un'intrapresa che offendeva il papa, si separarono dall'armata.


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Storia delle repubbliche Italiane dei secoli di mezzo
Tomo II
di Jean-Charles-Léonard Simonde de Sismondi
1819 pagine 316

   





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