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      Ottone mori poco dopa il 19 maggio del 1218, e lo stesso papa propose nuove condizioni a Federico, prima di riconfermargli la promessa della corona imperiale. Voleva che si obbligasse ad andar subito in Terra santa per riprenderla ai Saraceni che ne occupavano la maggior parte; e che cedesse alla Chiesa il contado di Fondi, posto al mezzodì di Terracina e delle paludi Pontine.
      Riuniva Federico il carattere delle sovrane famiglie di cui era erede, e delle nazioni tra le quali aveva vissuto. Aveva ereditato dai principi della casa di Svevia l'inclinazione alla guerra, ed un valore talvolta brutale; ma in sull'esempio dell'avo materno, Roberto Guiscardo, e come i Normanni cui succedeva, sapeva alla bravura associare un'astuta politica, una profonda dissimulazione. Educato sotto la sferza della corte romana, erasi avvezzato ad adoperare quelle armi della debolezza, che forse sdegnò in più matura età. Sapeva opporre alle insidie de' pontefici, che avevano lungo tempo preteso d'essere suoi amici, l'astuzia, e spesse volte la mala fede; le sue parole non erano giammai conformi ai suoi pensieri, e le promesse poche volte guarentivano le sue future azioni509.
      Federico non era probabilmente determinato a passare in Terra santa allorchè lo promise ad Onorio III. Egli non aveva ancora recata interamente la Germania alla sua obbedienza, e dopo la morte di Ottone trovò necessario di rimanervi ancora due anni prima di venire a Roma a ricevere la corona imperiale; nel qual tempo (1220) fece coronare suo figliuolo Enrico re de' Romani.


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Storia delle repubbliche Italiane dei secoli di mezzo
Tomo II
di Jean-Charles-Léonard Simonde de Sismondi
1819 pagine 316

   





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