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      Il senato, dominato dal partito ghibellino, affidò ad Ezelino i poteri di podestà col nuovo titolo di capitano del popolo11. Dopo tale epoca la repubblica si governò sotto l'influenza del signore da Romano, quantunque per lungo tempo ancora Ezelino fosse abbastanza avveduto per non cambiare le forme della sua amministrazione. Soltanto del 1236 egli persuase i Veronesi a ricevere nella loro città guarnigione imperiale sotto pretesto di rendere più sicuro il partito ghibellino. Queste truppe, poste da Federico sotto gli ordini d'Ezelino, giovarono maravigliosamente a consolidarne il potere12.
      Le città di Cremona, Parma, Modena e Reggio eransi da lungo tempo già dichiarate per la parte ghibellina, avevano abbracciata l'alleanza di Ezelino, e con lui formavano una federazione opposta alla lega lombarda; per cui trovavasi questa divisa in tre parti senza sicura comunicazione: cioè da una parte Milano, Brescia, Piacenza e le meno importanti città del Piemonte; dall'altra Bologna colle città della Romagna, e finalmente nella Marca, Padova, Treviso e Vicenza. Se le due comuni di Mantova e Ferrara, la prima delle quali era influenzata dal conte di san Bonifacio, l'altra dal marchese d'Este, si mantenevano fedeli alla lega, avrebbero assicurata la comunicazione tra le sparse membra, che tanto importava di riunire; ma la costituzione delle repubbliche della Marca e di qualunque altra, ove un capo di parte poteva acquistare molta influenza, non era propria a guarentire la stabilità dei consigli, o la costanza dei cittadini.


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Storia delle repubbliche Italiane dei secoli di mezzo
Tomo III
di Jean-Charles-Léonard Simonde de Sismondi
1817 pagine 326

   





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