Pagina (138/326)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Da ogni parte s'affollavano intorno a lui il popolo ed i soldati, per vedere quest'uomo poc'anzi tanto potente, questo famoso principe, terribile e crudele più d'ogni altro principe della terra; e la gioja era universale»181.
      I capi dell'armata non permisero che fosse in verun modo oltraggiato; ma condotto alle terre di Buoso di Dovara, si chiamarono i medici per curarlo; ma egli vi si rifiutò costantemente, lacerando le bende poste alle sue ferite; e l'undecimo giorno della sua prigionia morì a Soncino, ove fu sepolto182.
      Era Ezelino di bassa statura, ma tutto in lui annunciava il coraggio ed il valor militare. Parlava disdegnosamente, superbo era il suo portamento, ed il penetrante suo sguardo faceva tremare i più arditi183. La sua anima tanto avida di crudeltà non pareva sensibile ai piaceri dei sensi; onde non amò veruna donna, e fu nell'ordinare i supplicj egualmente crudele verso ambo i sessi. Morì di sessant'anni dopo averne regnati trentaquattro184.
      Tosto che fu nota la morte di quest'uomo, tutte le città soggette si affrettarono di scacciare i suoi satelliti, d'aprire le prigioni e di chiamare l'armata della Chiesa. Vicenza e Bassano chiesero ai Padovani i loro podestà; e Verona affidò questa carica a Martino della Scala, suo gentiluomo, che faceva allora il primo passo verso quel supremo potere, e che avrebbe tra poco nella sua patria fondando una tirannia meno violenta ma più durevole di quella di Ezelino. Ovunque intanto udivansi risuonare voci di libertà; e tutte le città volevano reggersi a comune.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Storia delle repubbliche Italiane dei secoli di mezzo
Tomo III
di Jean-Charles-Léonard Simonde de Sismondi
1817 pagine 326

   





Buoso Dovara Soncino Ezelino Chiesa Bassano Padovani Verona Martino Scala Ezelino