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      Intanto si adunò ad Empoli una dieta delle città ghibelline toscane per trattare dell'amministrazione futura di questa provincia, e dei mezzi di consolidare il partito ghibellino e l'autorità di Manfredi. Gli uomini più distinti di ogni città vi si recarono con tutti que' gentiluomini che avevano qualche dominio territoriale. Il conte Giordano aprì la dieta colla lettura degli ordini che aveva ricevuti dal suo signore: e perchè era richiamato nel regno colle truppe tedesche, invitava i Ghibellini a provvedere198 alla propria sicurezza, onde non avessero a soffrire qualche sinistro, in tempo della sua assenza.
      Approfittando delle parole del conte, i deputati di Pisa e di Siena dichiararono che non sapevano vedere alcun mezzo di assicurare la fazione ghibellina, gl'interessi di Manfredi, e quelli della loro patria, finchè lasciavasi sussistere Firenze, città ricca e popolata, la di cui ambizione era ancora più grande delle sue forze, la quale, essendosi risguardata lungo tempo come la capitale de' Guelfi di Toscana, non cesserebbe giammai di favorire quel partito; che tutto il popolo era affezionato ai Guelfi, ed aveva approfittato della morte di Federico per attaccare i Ghibellini all'impensata; che sarebbe certamente pronto a fare lo stesso, qualora se gli presentasse l'opportunità di farlo; che perciò la salute della parte ghibellina era attaccata all'intera ruina di Firenze, alla demolizione delle sue mura ove riparavansi i loro nemici, alla dispersione di quel popolo che adunava forze e ricchezze per vendicarsi un giorno del presente disastro.


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Storia delle repubbliche Italiane dei secoli di mezzo
Tomo III
di Jean-Charles-Léonard Simonde de Sismondi
1817 pagine 326

   





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