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      Noi non abbiamo preso a scrivere che la storia dei popoli liberi d'Italia; e di mano in mano che c'innoltriamo a traverso de' secoli, ogni generazione ne rapisce alcuna delle nazioni che appartenevano al nostro argomento. In tal maniera il vento che volge le onde d'arena della Libia, le spinge lentamente sopra l'Egitto; di già l'ardente sabbia copre campagne altra volta fertilissime; assedia Alessandria, si spinge avanti la popolazione, le arti, la cultura, e ristringe ogni anno i confini della terra abitabile in quel paese che fu inaddietro il giardino dell'universo.
      Rintracceremo in questo capitolo le cagioni del decadimento delle repubbliche lombarde, e le circostanze della loro oppressione. Dovremo peraltro accennare ancora alcuni tentativi fatti più tardi per sottrarsi alla servitù; ma siamo giunti ormai al termine del lavoro impostoci a loro riguardo. Dovremo bensì parlare dei signori della Torre, Visconti e della Scala; ma solamente come di principi nemici, le cui pratiche possono recar danno alle repubbliche, non appartenendo essi più alla nostra storia che per gl'immediati rapporti colla medesima. Il principale difetto del soggetto che abbiamo preso a trattare, quello che dissuase dall'intrapresa altri di noi più abili scrittori, è questa mancanza d'unità, la quale incomincia di già a scemare, e finalmente cesserà affatto. Nel rimanente di questo secolo più non dovremo occuparci che d'un solo corpo di repubbliche, talora divise e talvolta riunite dagli stessi interessi.


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Storia delle repubbliche Italiane dei secoli di mezzo
Tomo III
di Jean-Charles-Léonard Simonde de Sismondi
1817 pagine 326

   





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