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      Quando l'autorità pubblica è debole si sente il bisogno di accrescere la forza individuale con parziali società. Un'intera famiglia era sempre apparecchiata a salvare, a difendere, a vendicare qualunque de' suoi individui. Lo stesso nome, lo stesso sangue, l'onore della classe, erano bastanti motivi per riunire i più lontani parenti, e perchè mettessero a rischio la vita e le fortune loro per la salvezza o la vendetta d'un solo individuo. D'altra parte i plebei cercarono d'acquistare la stessa specie di forza; ed in cambio dei legami della natura, ne formarono d'artificiali, contraendo fraternità che, senz'essere unite dal sangue, presero spesse volte il nome di famiglia. Sembra che in Milano vi fossero molte di tali fraternità plebee, tutte figlie di due potenti società chiamate la Motta e la Credenza. Quelle associazioni che in sul finire del precedente secolo ebbero in Francia il nome di clubs, erano per molti capi simili alle fraternità delle repubbliche italiane, le quali formavano uno stato nello stato, nominavano magistrati per sopravegliare quelli della repubblica, assoggettavano a disamina gli affari nazionali, e si arrogavano le prerogative della sovranità senza che la costituzione ne attribuisse loro il diritto.
      Furono appunto queste fraternità milanesi che, dandosi un capo perpetuo, innalzarono le prime un potere monarchico nello stato, e distrussero la repubblica. Ma prima di riferire più circostanziatamente questo avvenimento che mutò i destini di quasi tutta la Lombardia, conviene dare un'occhiata ai cambiamenti operatisi nella disciplina militare, da noi poc'anzi indicati come una delle cause dello stabilimento della tirannide.


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Storia delle repubbliche Italiane dei secoli di mezzo
Tomo III
di Jean-Charles-Léonard Simonde de Sismondi
1817 pagine 326

   





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