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      Del 1229 il consiglio de' pregadi diventò parte della costituzione dello stato217. Fu composto di sessanta membri nominati ogni anno dal maggior consiglio, e fissate le sue incumbenze sotto la presidenza del doge. Ebbe il carico di preparare gli affari che dovevano sottoporsi alla decisione del maggior consiglio, e soprattutto d'aver cura del commercio e delle relazioni esteriori dello stato.
      Nella stessa epoca i Veneziani ristrinsero i limiti de' dogi. Approfittarono dell'interregno che precedette l'elezione di Giacomo Tiepolo, per creare due nuove magistrature unicamente destinate ad opporsi alle usurpazioni de' dogi. La prima fu quella de' cinque correttori della promission ducale incaricata di riconoscere in ogni interregno il giuramento d'inaugurazione che doveva prestare il doge, e di farvi, di consenso del maggior consiglio, le correzioni ed aggiunte che trovassero convenienti al mantenimento dell'onore di così sublime dignità e della libertà di tutti. L'altra magistratura fu quella de' tre inquisitori del doge defunto, la quale esaminava l'amministrazione del capo dello stato dopo la sua morte, confrontandola col giuramento che aveva prestato quando entrò in funzione; di ricevere ed esaminare le lagnanze e le deposizioni de' cittadini contro di lui; e se lo meritasse, di condannarne la memoria, assoggettando i suoi eredi alla ammenda. Non pertanto questo giudizio poteva sempre essere portato innanzi al sovrano consiglio da' procuratori nazionali, chiamati avogadori del comune218. E per tal modo le usurpazioni del capo dello stato si poterono sempre reprimere senza scosse, e senza che i magistrati dovessero lottare contro di lui per frenare la sua ambizione.


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Storia delle repubbliche Italiane dei secoli di mezzo
Tomo III
di Jean-Charles-Léonard Simonde de Sismondi
1817 pagine 326

   





Veneziani Giacomo Tiepolo