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      E per tal modo fu innalzato un monumento alla memoria di un uomo grande ed alla sensibilità d'un'armata vittoriosa. Ma l'arcivescovo di Cosenza, quello stesso Pignatelli ch'era stato incaricato delle negoziazioni coi re di Francia e d'Inghilterra, non permise che le ossa di Manfredi riposassero sotto questo mucchio di pietre; e dietro un ordine del papa le fece levare da questo luogo, che apparteneva alla Chiesa, e gettare al confine del regno e della campagna di Roma presso al fiume Verde295.
      Lo stesso giorno della battaglia i Pugliesi si poterono accorgere con quale giogo avevano cambiata l'autorità del loro principe, e di quale natura sarebbe il governo de' Francesi. Il saccheggio del campo di Manfredi, e le spoglie di tanti ricchi baroni trovati sul campo di battaglia e fatti prigionieri, pareva che dovessero bastare all'avidità de' soldati; ma quest'avidità andava crescendo a misura che il bottino si faceva più grande. Benevento, benchè non si fosse opposta al vincitore, venne abbandonata al saccheggio, e per lo spazio di otto giorni i suoi abitanti trovaronsi esposti a tutti i mali che possono aspettarsi dalla libidine, dall'avarizia e della brutale ferocia dei soldati296. Questa sete di sangue che non sembra propria degli uomini, e che pure talvolta provarono intere nazioni, fu la più ampiamente soddisfatta. Non solamente gli uomini, le donne, i fanciulli, ma anche i vecchi furono senza pietà scannati tra le braccia gli uni degli altri; e Benevento, in fine di questa orribile carnificina, non aveva omai altro che case deserte e lorde d'umano sangue297.


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Storia delle repubbliche Italiane dei secoli di mezzo
Tomo III
di Jean-Charles-Léonard Simonde de Sismondi
1817 pagine 326

   





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