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      Ma i deputati ghibellini ch'eransi portati alla sua corte, non cessavano di stimolare la madre, il figlio e que' loro parenti che potevano avere qualche influenza sul loro spirito. I confidenti ed antichi amici di Manfredi, Galvano e Federico Lancia, parenti di sua madre, Corrado e Marino Capece, que' due Napoletani che avevano accompagnato il principe di Taranto in tempo della sua fuga, erano i deputati della nobiltà ghibellina dei due regni306. Rappresentavano a Corradino l'odio profondo che aveva eccitato in tutto il regno la condotta de' Francesi, la loro mala fede, la rapacità, l'insultante disprezzo delle pubbliche costumanze. Gli dicevano che venuti in nome della religione, avevano profanate le chiese, spesso uccisi i ministri dell'altare; che dopo aver promessa al popolo la libertà, avevano violati gli antichi suoi privilegi, ed abolite le sue immunità. Lo assicuravano che tutti i partiti farebbero causa comune per ristabilire sul trono il legittimo erede; che la Sicilia non aspettava che un segnale per ribellarsi, che i Saraceni di Nocera piangevano per tenerezza al solo udire il nome dell'avo suo, di suo padre, o di suo zio, e ch'erano disposti a tutto sacrificare per l'ultimo rampollo d'una famiglia teneramente amata. In pari tempo gli ambasciatori di Pisa e di Siena gli promettevano l'appoggio di metà della Toscana, che attualmente combatteva contro il suo maggior nemico per la sua causa, quantunque non ancora sotto il suo nome. Fecero di più; gli portarono cento mila fiorini de' loro denari per ajutarlo a fare le prime leve.


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Storia delle repubbliche Italiane dei secoli di mezzo
Tomo III
di Jean-Charles-Léonard Simonde de Sismondi
1817 pagine 326

   





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