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      Tutte le borgate e le città dell'isola si andavano una dopo l'altra associando alla ribellione. Messina fu l'ultima ad entrare nella congiura: tutti i soldati francesi eransi rifugiati in questa città; e vi si trovava il vicario reale alla testa di seicento cavalli; ma il 28 aprile i cittadini atterrarono gli stemmi di Carlo d'Angiò, cacciarono il suo vicario ed i soldati al di là del Faro e giurarono di voler essere partecipi della sorte degli abitanti di Palermo. Nel precedente giorno i Palermitani avevano spedita una deputazione a Pietro d'Arragona per invitarlo a venire a prendere possesso del regno di Sicilia e a dare soccorso a' suoi sudditi che si ponevano tra le sue braccia.
      La notizia dei Vesperi Siciliani era stata più sollecitamente recata a Carlo d'Angiò; l'arcivescovo di Monreale erasi affrettato di spedirgliela alla corte di Roma, ove allora dimorava. «Sire Dio, gridò Carlo nel riceverla, poichè ti piacque di mandarmi un infortunio, ti piaccia almeno di ordinare che il mio abbassamento si faccia lentamente411.»
     
      Fine del Tomo III.
     
     
     
      TAVOLA CRONOLOGICADEL TOMO III.
     
     
      Capitolo XVI. Continuazione del regno di Federico II. - Guerra della lega lombarda contro questo imperatore. - Viene dal papa deposto nel concilio di Lione. 1234 = 1245. pag. 3
     
      Conformità e differenze tra i due Federici e le due leghe lombarde.
      Pericolosa situazione di papa Gregorio IX
      1234 Gregorio IX accusato d'aver fatto ribellare Enrico figliuolo dell'imperatore contro il padre
      1235 Federico fa prigioniero a Worms suo figliuolo, e lo manda in Puglia, ove muore


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Storia delle repubbliche Italiane dei secoli di mezzo
Tomo III
di Jean-Charles-Léonard Simonde de Sismondi
1817 pagine 326

   





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