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      L'arte dei giudici e de' notaj, che per altri rispetti aveva parte nel governo, fu la sola non chiamata a dare priori alla repubblica.
      Tutto il potere esecutivo e la rappresentanza dello stato fu data a sei priori. Per tenerli uniti ed accrescerne la vicendevole benevolenza, furono chiamati a vivere insieme, spesati dal pubblico ed alloggiati nel suo palazzo. Finchè rimanevano in carica non si permetteva loro d'uscire di palazzo, diventato ad un tempo carcere pei priori e fortezza per lo stato29. Ma o sia affinchè questa vita interamente pubblica non tenesse troppo tempo lontani i mercanti dai loro affari, sia perchè non avessero tempo di maturare ambiziosi progetti e di aspirare alla tirannide, o perchè si facesse luogo ad un maggior numero d'aspiranti, la durata d'ogni signoria fu fissata a due mesi, dopo i quali, coloro che uscivano di carica, non potevano nè raffermarsi, nè rieleggersi se non passati due anni30; di modo che il governo rinnovavasi tutt'intero sei volte all'anno nella repubblica fiorentina, ed in tutte le altre che tosto ne adottarono la costituzione.
      I priori uniti ai capi ed ai consigli di tutte le arti maggiori e ad un determinato numero d'aggiunti che sceglievano essi medesimi in tutti i quartieri della città, eleggevano i nuovi priori. Questo consiglio d'elezione nominava a squittinio segreto ed a pluralità di suffragi. In seguito si fecero eleggere da una commissione, o balía, tutti gl'individui che dovevano successivamente per tre o per cinque anni esercitare il priorato, facendone dipendere l'ordine dalla sorte.


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Storia delle repubbliche Italiane dei secoli di mezzo
Tomo IV
di Jean-Charles-Léonard Simonde de Sismondi
1817 pagine 288