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      In vano quando si sparse la voce che Celestino disponevasi a rinunciare, una processione di tutto il clero di Napoli venne a supplicarlo di conservare la sua dignità62; che Celestino, di consentimento dei cardinali, pubblicò una costituzione che dava ai papi il diritto di rinunciare il papato per la salute delle loro anime; e nel prossimo concistorio del 13 decembre 1294 presentò la sua rinuncia quale l'aveva per lui scritta il cardinale Caietano. I cardinali stando alla costituzione di Gregorio X intorno al conclave, che Celestino aveva chiamata in vigore, furono immediatamente chiusi in conclave, ed il giorno 23 dello stesso mese, gli unanimi loro suffragi si unirono a favore del cardinale Caietano, il quale fecesi chiamare Bonifacio VIII.
      Temeva il nuovo papa che qualcuno approfittasse della debolezza del suo predecessore, per rendergli dubbiosa la legittimità della sua rinuncia, riducendolo a dichiararsi nuovamente papa. Effettivamente parte della Chiesa negava la validità della rinuncia di Celestino, altri l'attribuivano ad una vergognosa debolezza, e Dante collocò l'ombra di colui che fece il gran rifiuto tra la gente dimenticata che visse senza infamia e senza gloria:
     
      «Questi non hanno speranza di morte,
      E la lor cieca vita è tanto bassa,
      Che invidiosi son d'ogni altra sorte.
     
      . . . . . . . . . . . . . .
     
      «Mischiati sono a quel cattivo coroDegli angeli, che non furon ribelli,
      Nè fur fedeli a Dio, ma per se foro.
     
      «Cacciarli il ciel, per non esser men belli:
      Nè lo profondo inferno li riceve,


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Storia delle repubbliche Italiane dei secoli di mezzo
Tomo IV
di Jean-Charles-Léonard Simonde de Sismondi
1817 pagine 288

   





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