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      Nello spazio di cinque mesi in cui Carlo dimorò in Firenze, Cante dei Gabrielli condannò circa seicento persone all'esilio, sottoponendole in pari tempo alla multa di sei in ottomila fiorini, con minaccia di confisca di beni se non pagavano. Dante Alighieri, che a quest'epoca trovavasi ambasciatore a Roma per la repubblica, fu compreso in questa proscrizione. Dovremo tra poco parlare di questa condanna pronunciata il 27 gennajo del 1302. Petracco figliuolo di Parenzo dell'Ancisa, padre di Francesco Petrarca, fu esiliato nella stessa circostanza106. Altri vennero accusati d'aver cospirato contro la vita di Carlo di Valois, e messi alla tortura, non tanto per istrappare loro di bocca la confessione del supposto delitto, che per sapere ove tenessero nascosti i loro tesori. Finalmente il giorno 4 aprile del 1302 Carlo di Valois partì alla volta della Sicilia carico delle maledizioni de' Toscani, per i quali aveva preso il titolo di pacificatore.
      Fu osservato che Carlo di Valois era entrato in Toscana sotto pretesto di ricondurvi la pace, e l'aveva lasciata in guerra, ch'era passato in Sicilia per farvi la guerra; e n'era uscito dopo una vergognosa pace107. Valois s'imbarcò a Napoli con Roberto, principe di Calabria, figliuolo di Carlo II, e venne a sbarcare in Sicilia con mille cinquecento cavalli, mentre una flotta di cento galere proteggeva il suo passaggio e l'ajutava nell'assedio delle piazze che voleva prendere. Federico, re di Sicilia, non aveva bastanti forze per istare in campagna contro di lui.


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Storia delle repubbliche Italiane dei secoli di mezzo
Tomo IV
di Jean-Charles-Léonard Simonde de Sismondi
1817 pagine 288

   





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