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      L'assoluta esclusione de' possidenti da ogni amministrazione fu cagione di gravissimi disordini, non per altro di quelli preveduti dai moderni economisti in simili casi. Il governo fu per molti rispetti parzialissimo ed ingiusto, come lo sarà sempre in mano di una sola classe qualunque; ma non sagrificò le campagne all'industria cittadina, che anzi favoreggiò e protesse l'agricoltura. Ho parlato in altra mia opera de' residui tuttavia esistenti della somma prosperità delle campagne toscane sotto il governo delle antiche repubbliche, e dell'estrema diversità che si ravvisa tra i feudi arricchiti dalla loro unione a qualche repubblica, e quelli che rimasero miserabili sotto il perpetuo dominio degli antichi loro signori137. Il governo de' mercanti non si occupò esclusivamente del traffico; che anzi si condusse con maggiore liberalità de' sovrani che loro succedettero. Siccome i negozianti impiegavano la maggior parte delle loro sostanze ne' paesi stranieri, ove non potendo sperare privilegi, limitavansi a domandare la libertà, e perciò erano i primi a darne l'esempio nel proprio stato. Le loro leggi non crearono il monopolio, ed è cosa maravigliosa come essendo tutti mercanti ed i magistrati e gli storici così parcamente abbiano parlato del commercio.
      Ma l'aristocrazia de' mercanti, un'aristocrazia plebea, si rese bentosto esosa a tutte le altre classi della nazione. Ben possono risguardarsi come ingiusti i privilegi dei natali; ma ancora più ingiusti sono i privilegi contro la nascita.


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Storia delle repubbliche Italiane dei secoli di mezzo
Tomo IV
di Jean-Charles-Léonard Simonde de Sismondi
1817 pagine 288