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      I pubblici canali e le mura delle città immediatamente ed unicamente destinate all'utilità appartengono più alle scienze che alle belle arti. Nulla di meno un genio creatore dovette costantemente presedere a queste intraprese, che ci parranno ancora più grandi quando si confrontino colle forze dello stato che le ordinava. Il canale, detto Naviglio grande, che conduce le acque del Ticino a Milano per lo spazio di trenta miglia, intrapreso l'anno 1179, e dopo alcuni anni l'interrotto lavoro ricominciato del 1257 ed in breve tempo ridotto a termine, forma ancora la ricchezza d'una vasta porzione della Lombardia139. Nello stesso tempo la città di Milano rifabbricava le sue mura che giravano ventimila braccia, e faceva innalzare sei porte di marmo, la di cui magnificenza le rendeva degne della capitale di tutta l'Italia140. Dal canto loro i Genovesi edificarono del 1276 e 1283 le due belle darsene e la grande muraglia del molo, e nel 1295 terminarono il magnifico condotto che da lontanissima sorgente conduce a traverso di aspre montagne in città copiose purissime acque141. Tutte le città d'Italia eseguirono in quell'epoca opere dello stesso genere. Le comunicazioni tra paese e paese vennero agevolate col mezzo di solidissimi ponti di pietra fabbricati sui fiumi e coll'aprire comode e sicure strade: e la comodità de' cittadini e l'interna eleganza delle città si risguardarono siccome oggetti degni delle cure di un libero governo142.
      L'architettura religiosa precedette le opere di cui abbiamo parlato.


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Storia delle repubbliche Italiane dei secoli di mezzo
Tomo IV
di Jean-Charles-Léonard Simonde de Sismondi
1817 pagine 288

   





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