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      Quest'ultima non fu veramente terminata da Arnolfo, ma fu suo il primo pensiero della stupenda cupola, emula di quella di san Pietro in Vaticano. Lasciò, morendo, incominciata l'opera, senza indicare il metodo che voleva tenere per terminarla: ma il magnifico ardire di colui che progettò una tal cupola, mentre tutti gli altri uomini credevano impossibile il poterla chiudere, ed il sommo ingegno di quell'altro che la innalzò senza ponti, resero gloriosa la memoria di Arnolfo e di Brunelleschi146.
      Nè meno sorprendenti furono i progressi fatti in questo secolo dalla scultura in bronzo ed in marmo, rinnovata dai Pisani, perfezionata dai Fiorentini. Fino nel 1180 Buonanno di Pisa fuse per il duomo della sua patria quella magnifica porta di bronzo che poi perì nell'incendio del 1596. Ma per quanto fosse bello questo lavoro, non aggiugneva di gran lunga alle porte del battistero di Firenze fatte da Andrea Pisano figliuolo dell'architetto Nicola. Si fecero queste del 1300 per uno degl'ingressi del battistero; vinte poi di lunga mano da quelle del Giberti poste ad un altro, le quali Michelangelo giudicava degne del paradiso; comechè non lasciano perciò di essere un maraviglioso testimonio del valore di Andrea nell'arte di lavorare i metalli. Si paragonino queste porte a quelle della basilica di san Paolo di Roma fuor di mura, lavoro de' tempi del magno Teodosio, eseguito dai primi scultori dell'impero, sotto gli occhi di sì grande monarca, quando gli artefici, ovunque si volgessero, vedevano maravigliosi modelli di antiche sculture.


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Storia delle repubbliche Italiane dei secoli di mezzo
Tomo IV
di Jean-Charles-Léonard Simonde de Sismondi
1817 pagine 288

   





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