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      Per la stessa ragione non si può scrivere la storia della Grecia senza farne centro la repubblica d'Atene e senza cercare le relazioni di tanti stati indipendenti con quella illustre città, in cambio di tener dietro alle particolarità delle interne loro rivoluzioni.
      Però ne' primi anni del quattordicesimo secolo, la Lombardia e tutte le province d'Italia, poste al settentrione degli Appennini, furono agitate da rivoluzioni così grandi che tutta a sè richiamano la nostra attenzione. Ma quell'attenzione non ci conduce sgraziatamente a farci conoscere le particolarità che potrebbero sole darci una soddisfacente idea della più complicata storia del mondo. Quando si fissa la prima volta lo sguardo su questo tratto di storia, si rimane colpiti da quella medesima confusione che presenta un formicajo scompigliato: tutti gl'individui vedonsi animati da un rapido e continuo movimento; ignote passioni li fanno agire; s'incalzano, si attraversano, si sorpassano, si combattono; in modo che l'occhio non può tener loro dietro, nè distinguere gli uni dagli altri.
      Ma la storia parziale, la storia circostanziata d'ogni città d'Italia, attribuisce dei nomi a tutti questi personaggi; ci palesa i segreti d'ogni carattere ed i particolari motivi che li fanno agire; sviluppa generose passioni, profondi pensieri, sublimi progetti, in cadauno di que' gruppi, di cui avevamo al primo colpo d'occhio così bassamente giudicato. Quanto più gli andiamo osservando, ci è forza persuaderci che in politica non può ammettersi grandezza relativa; e che tutte le volte che si disputa intorno alla libertà ed alla sovranità, o sia d'un villaggio, o dell'impero del mondo, gl'interessi sono sempre i medesimi, cioè i più grandi e più nobili di cui sia capace il cuor dell'uomo; i talenti sono i medesimi, e lo studio dell'uomo egualmente compiuto.


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Storia delle repubbliche Italiane dei secoli di mezzo
Tomo IV
di Jean-Charles-Léonard Simonde de Sismondi
1817 pagine 288

   





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