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      È necessario di togliere lo steccato che inceppa lo spirito umano, o rassegnarsi alla sua indolenza, alla sua apatia. Dopo perduta la libertà, una sola generazione può ancora agitarsi per cercare l'apparenza della gloria in quegli esercizj dello spirito che un despota gli permette ancora; una seconda generazione dopo la caduta di questa può ancora distinguersi nelle belle arti che conservano un simbolo del pensiere, senza esprimerlo in un modo formidabile pel tiranno; ma gli avanzi di questa sacra fiamma non possono in verun modo conservarsi un intero secolo dopo spenta la libertà; è tolto loro lo scopo delle umane generazioni, sono mancati i motivi de' loro sforzi: non avvi più gloria quando viene dispensata dal favore d'un principe e divisa tra i suoi servitori ed i suoi poeti.
      Gli artisti più festeggiati dai principi ereditari che si credettero al sicuro da ogni rivoluzione, furono gli architetti. I marchesi d'Este, gli Scaglieri, i Visconti, cominciarono assai presto ad innalzare que' vasti e sontuosi edifici che attaccano tuttavia qualche gloria alla loro memoria, sebbene la ricordanza delle loro azioni sia quasi affatto spenta. Le città libere avevano adottato il lusso dell'architettura; per lo contrario i violenti usurpatori non lasciarono che ruine, avendo avuto bisogno di tutte le loro forze, delle loro ricchezze, pel momento presente, onde non osarono di pensare all'avvenire. Nella seconda generazione i signori ripigliarono il gusto dell'architettura, che diventò pure in loro mano un oggetto di politica, credendo di dovere far pompa della propria grandezza per farsi rispettare dai loro sudditi ed ispirar timore ai nemici.


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Storia delle repubbliche Italiane dei secoli di mezzo
Tomo IV
di Jean-Charles-Léonard Simonde de Sismondi
1817 pagine 288

   





Este Scaglieri Visconti