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      Esse non tardarono a soggiogare il rimanente della nazione: i vescovi furono spogliati d'ogni sovranità temporale; i principi ed i marchesi scomparvero a poco a poco rifiniti da intraprese troppo sproporzionate ai loro mezzi; ed i gentiluomini si videro sforzati a sottomettersi e cercare il diritto di cittadinanza.
      Questa preponderante influenza delle città è la vera origine del carattere distintivo degl'Italiani, di quel carattere che li rende essenzialmente diversi dagli Spagnuoli, presso i quali la nobiltà campagnuola, sempre occupata nelle guerre contro i Mori, a sè chiamando gli sguardi e la stima della nazione, conservava una importantissima parte del governo per sè medesima. La costituzione repubblicana delle città comunicò a tutta la nazione italiana un movimento più attivo, rendendola capace di grandi azioni, di un maggiore sviluppo di talenti, di patriottismo, d'intelligenza, accrescendone all'istante la popolazione e le ricchezze, e facendo in breve fiorire le arti, le lettere, le scienze. L'influenza de' gentiluomini conservò alla nazione spagnuola qualità più speciose di valore, di galanteria, di dilicatezza, d'onore. Tutti gli Spagnuoli presero i loro nobili per modello ed acquistarono quell'aria cavalleresca che tuttavia conservano. Gl'Italiani formaronsi invece alla scuola de' borghesi, onde ne contrassero un non so che di plebeo non per anco affatto cancellato dalla presente generazione.
      Effettivamente il sistema feudale fu prima abolito in Italia che nelle altre province d'Europa.


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Storia delle repubbliche Italiane dei secoli di mezzo
Tomo V
di Jean-Charles-Léonard Simonde de Sismondi
1817 pagine 298

   





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