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      Ma un esilio e un avvilimento di nove anni avevano sviluppato in lui tutte le qualità di un capo di parte, e insegnatogli l'arte di sapersi moderare. Dopo che, l'anno 1311, la venuta d'Enrico VII in Milano gli aveva dato il modo di riprendere la sovranità, l'aveva conservata undici anni, senza che i popoli indocili ch'egli si era assoggettati dassero il più piccolo segno di malcontento per la ruinosa guerra in cui gli aveva strascinati, senza che gli si ribellasse una sola delle città conquistate, senza che le scomuniche della chiesa, da cui era frequentemente colpito, smovessero la coscienza di un solo de' suoi servitori, senza che andasse a male in sua mano una sola della sue negoziazioni. Matteo Visconti non era un uomo virtuoso; ma la di lui riputazione, di cui si prendeva estrema cura, non era macchiata da verun delitto, da veruna perfidia: non era sensibile, nè generoso, ma non gli si potevano nemmeno rimproverare crudeltà. I suoi quattro figli, i migliori capitani de' tempi loro, erano quasi parti di lui medesimo; ne dirigeva egli stesso tutti i movimenti, e soltanto la sua morte fece conoscere quali caratteri intolleranti, indomabili aveva saputo piegare all'ubbidienza. Finalmente Matteo era giunto ad un'avanzata vecchiaja48, quando un subito cambiamento del suo carattere fu il presagio della sua morte e delle rivoluzioni che dovea cagionare.
      Erano omai più di vent'anni che Matteo Visconti trovavasi in guerra colla chiesa, e doveva in gran parte l'attaccamento de' suoi partigiani al loro odio per il governo de' preti; era egli stato più volte scomunicato, e recentemente, il 14 gennajo di questo stesso anno, il cardinale del Poggetto con tre giudici inquisitori avevalo condannato come eretico sulla pubblica piazza di Asti, dichiarandolo empio, colpevole, nemico di Dio e del nome cristiano49. Matteo aveva sempre con dignitosa calma respinti questi violenti attacchi; aveva protestato essere pura la sua fede, indipendente il suo principato; aveva risposto che sottometteva la sua coscienza alla chiesa, ma non il suo governo ai preti, ed aveva mostrato di accarezzare l'opinione de' cattolici nello stesso tempo che combatteva il papa.


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Storia delle repubbliche Italiane dei secoli di mezzo
Tomo V
di Jean-Charles-Léonard Simonde de Sismondi
1817 pagine 298

   





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