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      Nel susseguente anno 1324, la guerra tra Castruccio e la repubblica fiorentina si trattò ancora più debolmente, perchè questa sembrava unicamente occupata della sommissione di alcuni gentiluomini di Val d'Arno di sopra, ai quali prese alcune castella; l'altro non prendevasi pensiero che delle sue pratiche per avere Pisa e Pistoja. Pistoja trovavasi tuttavia sotto la signoria di Filippo di Tedici, che cercava di mantenere la sua indipendenza col favore della rivalità de' due più potenti popoli tra i quali era situata Pistoja; e negoziando sempre con ambedue, pagava tributi a Castruccio per evitare la guerra, e domandava sussidj a Fiorenza per sostenerla. Ma finalmente il signore di Pistoja conobbe di non potere lungo tempo ingannare i suoi vicini con finti trattati, e s'avvide che Castruccio che aveva voluto lasciargli praticare tutti i suoi piccoli scaltrimenti, non tarderebbe a perdere la pazienza: onde risolse di vendergli la sua signoria. Il principe di Lucca gli offriva dieci mila fiorini, e per pegno della protezione che gli accordava, e dell'autorità che voleva affidargli nella sua patria, lo faceva sposo di una sua figliuola. Tedici aprì segretamente il 13 di maggio del 1325 una porta di Pistoja a Castruccio che stava appiattato a poca distanza con un corpo di cavalleria; il quale entrò subito in città, attraversando le strade e rovesciando e tagliando a pezzi i Guelfi ed i soldati fiorentini che avevano tentato di opporsegli. Ciò chiamavasi correre una città, ed in tal modo se ne prendeva possesso100.


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Storia delle repubbliche Italiane dei secoli di mezzo
Tomo V
di Jean-Charles-Léonard Simonde de Sismondi
1817 pagine 298

   





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