Pagina (78/298)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Intanto la città era in modo affollata di contadini, che avevano dovuto abbandonare la campagna, che vi si manifestò una crudele epidemia. La signoria proibì in tale occasione gl'inviti ai funerali per non occupare la città con sì triste dovere, che avrebbe dovuto rinnovarsi ogni ora, e per non ispaventare gli ammalati facendo loro sapere quanti ne perivano ogni giorno120.
      Dopo avere saccheggiato tutto il piano di Fiorenza ed il territorio di Prato, come pure una parte di Val di Marina dall'altra parte dell'Arno, Castruccio fortificò Signa, ove lasciò guarnigione, e condusse a Lucca i suoi prigionieri con un ricchissimo bottino. Scelse pel suo trionfale ingresso in Lucca il giorno di san Martino, patrono della cattedrale di quella città, e diede a quest'ingresso la magnificenza di un trionfo. Conducevasi tuttavia il carroccio dalle armate, sebbene più non si facesse dipendere l'onore o la sorte delle battaglie dalla conservazione di questo sacro carro, dopo che non veniva più difeso dalla migliore infanteria. Il carroccio di Fiorenza preso nella battaglia d'Altopascio precedeva la comitiva. I buoi che vi stavano aggiogati, erano coperti di rami d'ulivo e di tappeti collo stemma di Fiorenza, ma questi stemmi erano capo volti come ancora quelli che ornavano il carro. La campana Martinella121 che doveva suonar sempre in tempo della battaglia, suonava ancora in tempo di questa marcia umiliante: veniva dietro al carro Raimondo di Cardone coi principali prigionieri fiorentini i quali portavano de' torchi, che deposero avanti all'altare di san Martino.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Storia delle repubbliche Italiane dei secoli di mezzo
Tomo V
di Jean-Charles-Léonard Simonde de Sismondi
1817 pagine 298

   





Fiorenza Prato Val Marina Arno Castruccio Signa Lucca Lucca Martino Fiorenza Altopascio Fiorenza Martinella Raimondo Cardone Martino