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      Perirono o furono fatti prigionieri cinquecento cavalieri e mille cinquecento fanti; e tra i prigionieri contaronsi Malatestino da Rimini loro generale e podestà, ed i più ragguardevoli cittadini. I principi lombardi dopo la loro vittoria cinsero Bologna d'assedio, ma non tardarono ad accorgersi che le loro forze non bastavano contro una città così potente, e si ritirarono con un ricchissimo bottino135.
      L'antico capo della lega guelfa in Italia solo non prendeva parte alla guerra generale ed alle disfatte della sua parte. Roberto, re di Napoli, poi ch'ebbe lasciata Genova l'anno 1319, erasi trattenuto parecchi anni in Provenza, per sottomettere alle sue pratiche la corte d'Avignone ed assicurare la sua influenza sopra il papa. Era partito finalmente alla volta di Napoli in aprile del 1324 con una flotta di 45 vascelli, e, passando per Genova, erasi fatto riconfermare per altri sei anni la signoria di quella città136.
      Un'ambascieria della repubblica fiorentina giunse a Napoli ed espose al re i gravissimi pericoli de' suoi alleati i Guelfi di Toscana. Gli esposero quali fossero le forze e l'ambizione di Castruccio, l'unione ch'egli aveva stabilita nella sua fazione, e quali ajuti aveva ottenuti dai Ghibellini di Lombardia. Gli ricordarono i servigi che i Fiorentini avevano resi alla casa d'Angiò, quando i dominj del re erano stati minacciati in Piemonte, e quando non avevano temuto di provocare Castruccio per allontanarlo da Genova, ove Roberto trovavasi assediato. Finalmente gli domandarono, in virtù de' trattati che essi avevano sempre fedelmente osservati, i soccorsi da lui dovuti alla lega guelfa.


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Storia delle repubbliche Italiane dei secoli di mezzo
Tomo V
di Jean-Charles-Léonard Simonde de Sismondi
1817 pagine 298

   





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