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      La scuola di pittura che allora fioriva nella loro città, porta l'impronta del genio creatore, di cui venivano per altro corretti i traviamenti. Il pittore che inventava il paradiso ed osava rappresentarvi gli eletti nella loro gloria, consigliavasi col pubblico di cui temeva il giudizio. Giotto fioriva a quest'epoca in Firenze: figliuolo d'un povero montanaro, aveva ricevuto dalla repubblica l'onore della cittadinanza ed una ragguardevole pensione. Con una prodigiosa diligenza arricchiva tutte le chiese di quadri assai più belli di quanto erasi fatto fino allora, e trovava tempo per dipingerne ancora per le altre città d'Italia. Aveva egli fatto il modello del bel campanile della cattedrale di Firenze; ed i molti discepoli ai quali amorosamente insegnava l'arte sua, erano destinati a darle maggior perfezione188. Stefano, Andrea di Cione, Buffalmacco, Taddeo Gaddi ec., ottennero grandissima celebrità.
      Ma più che l'amore delle lettere e delle belle arti radicato era nel popolo fiorentino quello della libertà. La sua gelosia della suprema autorità lo chiamava ad opporsi vigorosamente ad ogni specie di aristocrazia; ed i suoi talenti per le combinazioni politiche lo riconducevano sempre verso lo stesso scopo con venti sperienze in diverse costituzioni. Nello stesso tempo egli sapeva circoscrivere il potere dei capi, e porsi in guardia contro le agitazioni delle assemblee popolari.
      (1328) La morte del duca di Calabria diede ai Fiorentini nuova cagione di riformare la loro costituzione, e di equilibrare i diversi poteri della repubblica.


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Storia delle repubbliche Italiane dei secoli di mezzo
Tomo V
di Jean-Charles-Léonard Simonde de Sismondi
1817 pagine 298

   





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