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      Di fatti i Milanesi secondarono il loro signore con tutte le loro forze, e Luigi, dopo alcuni inutili tentativi per sorprenderli, accettò una piccola somma di danaro offertagli dal Visconti, ed andò a portare la guerra nella Lombardia oltre-padana223.
      In questa campagna l'imperatore riportò alcuni vantaggi dovuti piuttosto all'imprudenza del suo nemico il cardinale Bertrando, che alla propria abilità. Aveva il cardinale fatto arrestare come ostaggio Orlando dei Rossi, uno dei signori di Parma e de' principali capi della parte guelfa; onde le città di Pavia, Parma, Modena e Reggio, sdegnate per quest'atto tirannico, abbandonarono la causa della chiesa ed aprirono le porte all'imperatore224. Ma Luigi, avanti che terminasse l'anno, andò a Trento per ottenere dai principi tedeschi altri soldati. Mentre trovavasi in questa città, morì il 13 gennajo 1330 Federico d'Austria, ed i suoi fratelli Alberto ed Ottone adunarono truppe per attaccare la Baviera. Conoscendo le intenzioni degli Austriaci, Luigi abbandonò l'Italia per difendere i suoi stati ereditarj225.
      Azzo Visconti inimicandosi coll'imperatore, si riconciliò col papa, sostituendo il titolo di vicario della chiesa a quello di vicario imperiale, ed ottenne il vescovado di Novara per suo zio Giovanni, cui fece abiurare il cardinalato degli scismatici226. Marco Visconti, il maggiore de' suoi zii ed il più valoroso, ma in pari tempo il più formidabile per l'inquieto suo carattere, dopo essergli andato a male il trattato della vendita di Lucca ai Fiorentini, tornò a Milano in sul cadere di luglio.


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Storia delle repubbliche Italiane dei secoli di mezzo
Tomo V
di Jean-Charles-Léonard Simonde de Sismondi
1817 pagine 298

   





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