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      Di già comprendeva la maggior parte delle253 città di Romagna: lo stesso anno aveva tolto Rimini ai Malatesta e Forlì agli Ordelaffi, non avendo lasciati i tiranni che regnavano nelle altre città della stessa provincia, che dopo averli ridotti alla condizione di vicarj subalterni254.
      La diffidenza inspirata dal re Giovanni ai Fiorentini e la loro opposizione fu un avviso dato ai principi d'Europa di aprire gli occhi sulle intenzioni di questo monarca. Il re Roberto si ristrinse coi Guelfi, e Luigi di Baviera coi Ghibellini per attaccarlo. Allora fu veduto con istupore l'imperatore fatto capo di una confederazione nella quale avevano preso parte i due duchi d'Austria, fin allora mortali nemici del Bavaro, i conti Palatini, i Margravj della Misnia e di Brandeburgo ed i re di Polonia e d'Ungheria255.
      Giovanni aveva fatto venire a Parma suo figliuolo Carlo, educato alla corte di Francia. Quando vide la burrasca ond'era minacciato in Germania, gli affidò il comando di ottocento cavalli per tenere in soggezione la Lombardia, e partì subito alla volta della Boemia ove giunse affatto inaspettato e più che mai opportuno256. Trattenne gli Austriaci che volevano penetrare nella Moravia, riguadagnò interamente la confidenza di Luigi che ben tosto dimenticava i suoi progetti e la passata gelosia; poi in cambio di pensare agli apparecchi della futura campagna, approfittò dell'inverno per andare in Francia, onde negoziare alla corte di Filippo ed a quella di Giovanni XXII, e proseguire i suoi nuovi disegni sull'Italia257.


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Storia delle repubbliche Italiane dei secoli di mezzo
Tomo V
di Jean-Charles-Léonard Simonde de Sismondi
1817 pagine 298

   





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