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      Volle in quest'occasione che i Lucchesi gli giurassero individualmente fedeltà, per il quale atto conobbe che i cittadini atti alle armi non erano che quattro mila quattrocento cinquantotto; la guerra e la tirannide avevano spopolata questa un tempo così fiorente città272. Intanto Giovanni rifletteva dispettosamente alla sua mutata fortuna in Italia: tutti i popoli diffidavano di ogni suo movimento; ogni giorno aveva avviso di nuove perdite de' suoi alleati, o di ribellioni de' suoi sudditi: e quelli che conservavansi fedeli, non erano fra loro vincolati da verun interesse, nè il suo partito era animato da uno stesso spirito. In conseguenza di tali osservazioni, prese bruscamente la risoluzione di abbandonare i suoi stati d'Italia dopo averne raccolto tutto il danaro che potrebbe cavarne. Entrò dunque in trattato coi capi di parte di ogni città per ceder loro Non eranvi a quest'epoca più di trecento novantacinque famiglie che avessero il diritto di cittadinanza, e soltanto quarantaquattro di queste non erano ancora estinte al tempo del Beverini.] il principato; e vendette ai Rossi, nobili parmigiani, le città di Parma e di Lucca per trentacinque mila fiorini, Reggio alla casa di Fogliano, Modena a quella de' Pii, e Cremona a Ponzino Ponzoni. Allora riuniti i suoi soldati tedeschi in un corpo, mandò suo figlio a governare la Boemia, ed egli tornò a Parigi per vaghezza di farsi distinguere ne' festini e ne' tornei. Abbandonò l'Italia il 15 ottobre del 1333, dopo avervi esercitata per tre anni una influenza, cui non sembrava chiamato dalla posizione de' suoi stati273.


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Storia delle repubbliche Italiane dei secoli di mezzo
Tomo V
di Jean-Charles-Léonard Simonde de Sismondi
1817 pagine 298

   





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