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      Nicoletto, suo buffone, domandò di partecipare alla sua sorte, e fu il solo che lo accompagnasse in quella trista dimora: un così generoso sentimento trovossi in un uomo che aveva fin allora fatto traffico di una vile buffoneria, e che nelle altrui risate aveva cercata l'indipendenza315.
      Pietro de' Rossi fece osservare ai suoi soldati la più severa disciplina. Impadronendosi di Padova, non fu commesso verun rubamento, verun disordine turbò il contento del popolo che tornava alle fazioni de' suoi padri. Furono sequestrate le sole proprietà della casa della Scala, siccome appartenenti al vincitore. Marsiglio di Carrara fu proclamato signore di Padova da' suoi concittadini; ed ammesso nella lega delle repubbliche, si obbligò a somministrare quattrocento cavalieri all'armata che faceva la guerra a Mastino316.
      Questo segnalato vantaggio ottenuto dalla lega fu ben tosto funestato dalla morte di colui che lo aveva procurato. Pietro de' Rossi avendo intrapreso l'assedio del castello di Monselice, vi fu colpito il 7 agosto da un colpo di lancia, e morì il susseguente giorno. Suo fratello Marsiglio che aveva un comando nella medesima armata, morì di febbre sette giorni dopo317. Per riconoscenza e per rispetto dovuto alla memoria di questi due generali, la lega affidò il comando della loro armata ad un terzo fratello, Orlando de' Rossi che non aveva i talenti de' suoi predecessori.
      Ma la situazione di Mastino della Scala era diventata così pericolosa, che la lega non aveva omai più bisogno d'un grande generale per trarre profitto dai già ottenuti vantaggi.


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Storia delle repubbliche Italiane dei secoli di mezzo
Tomo V
di Jean-Charles-Léonard Simonde de Sismondi
1817 pagine 298

   





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