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      La fazione de' Pepoli, per assicurarsi la vittoria, o per raccoglierne i frutti, procedette ben tosto a nuovi atti di rigore contro i suoi avversarj. Tutti i Ghibellini ch'erano stati esiliati coi Lambertazzi, e che in seguito erano tornati a Bologna per condiscendenza del governo, furono di nuovo esiliati in numero di trecento cinquantasette; i loro padri ed i loro fratelli obbligati a fissare il loro domicilio in campagna; e quando gli affari li chiamavano in città, era loro vietato d'avvicinarsi alla piazza sino a cinquanta braccia sotto pena di due mila lire335 di multa336.
      I Pepoli si comportavano in città come se già ne fossero padroni. Giacomo, figlio di Taddeo, aveva promesso ad un prete suo amico di procurargli un beneficio vacante, ed avendolo chiesto inutilmente al vescovo, in un impeto di collera oltraggiò il prelato cogli schiaffi: il vescovo, preso un coltello, ferì il Pepoli in una guancia. Si corse alle armi da ambe le parti; il palazzo vescovile fu saccheggiato ed abbruciato; ed il capo della Chiesa di Bologna si sottrasse alla morte colla fuga337.
      Non pertanto, la considerazione personale che si era acquistata Brandaligi dei Gozzadini coll'espulsione del legato, conservava alcuna indipendenza al partito Maltraversa di cui era capo. L'anno 1337 Taddeo dei Pepoli eccitò contro i Gozzadini i Bianchi, loro particolari nemici; e quando seppe che gli uni e gli altri erano armati e pronti a battersi, si fece innanzi in mezzo a loro sulla piazza maggiore offrendosi loro mediatore.


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Storia delle repubbliche Italiane dei secoli di mezzo
Tomo V
di Jean-Charles-Léonard Simonde de Sismondi
1817 pagine 298

   





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