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      Taddeo incoraggiava i suoi soldati, che disarmarono la guardia della signoria, e senza combattere, anzi senza resistenza, Taddeo fu introdotto nel pubblico palazzo. I mercenarj, che gli avevano aperto l'ingresso, lo proclamarono i primi signore generale di Bologna; alcuni giorni dopo le compagnie delle milizie, e più tardi ancora il consiglio del popolo acconsentirono a questa elezione. Gli amici della libertà erano affatto scoraggiati; e, perduta ogni speranza d'impedire lo stabilimento del despotismo, si assentarono da queste assemblee, nelle quali dieci soli cittadini ebbero la fermezza, di dichiararsi contro Taddeo dei Pepoli339.
      Il nuovo signore scoprì ben tosto, o suppose delle congiure contro di lui per esiliare, sotto questo pretesto, i cittadini che potevano ancora tenerlo inquieto340. Cercò poi di rappacificarsi col papa, che aveva messa la sua capitale sotto l'interdetto; riconobbe la sovranità dei pontefici sopra Bologna; promise alla Chiesa un annuo tributo di otto mila lire bolognesi; obbligossi a far marciare le sue truppe qualunque volta ne fosse richiesto dalla corte d'Avignone, ed ottenne a questi patti d'essere ammesso da Benedetto XII in seno della Chiesa, e fu riconosciuta la legittimità del suo potere341.
      La pace di Venezia fu posteriore a queste diverse rivoluzioni di Bologna. Questa pace, smembrando gli stati di Mastino della Scala, aveva posto il rimanente dell'Italia al coperto dalla sua ambizione; ma una casa più potente erasi di già arricchita delle sue spoglie.


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Storia delle repubbliche Italiane dei secoli di mezzo
Tomo V
di Jean-Charles-Léonard Simonde de Sismondi
1817 pagine 298

   





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