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      In tempo della battaglia si risparmiavano reciprocamente; dopo la vittoria i vinti venivano spogliati delle loro armi e de' loro cavalli, e posti in libertà senza taglia. Non si previde a principio che l'uso de' soldati stranieri faceva perdere alla nazione il carattere militare, e la privava dei mezzi di respingere colle proprie forze le aggressioni che potevano opprimerla; non si previde che i mercenarj, ne' quali essa riponeva la sua confidenza, potevano un giorno tradirla. La negoziazione di Lodrisio Visconti con quelli che occupavano i sobborghi di Vicenza, fece per la prima volta conoscere ciò che doveva temersi da tali truppe.
      Lodrisio Visconti giunse presso ai Tedeschi che occupavano i sobborghi di Vicenza, col danaro datogli da Mastino. Propose loro, poichè allora verun sovrano assoldava truppe, di marciare con lui contro Azzo Visconti; ed in cambio di soldo promise loro il saccheggio della città e del territorio di Milano. Richiamò alla loro memoria la grande compagnia de' Catalani ed Arragonesi che in principio del secolo era passata in Grecia e vi aveva fondato uno stabilimento, e li determinò ad intraprendere la guerra per conto loro proprio. I Tedeschi nominarono generali Lodrisio Visconti ed uno de' loro compatriotti detto Rinaldo di Givres342; presero il titolo di compagnia di san Giorgio, ed in principio di febbrajo del 1339 passarono l'Adige per entrare nel territorio milanese. La compagnia quando si pose in cammino era numerosa di due mila cinquecento cavalli e di molta infanteria, e di mano in mano che andava avanzando, faceva sempre nuove reclute.


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Storia delle repubbliche Italiane dei secoli di mezzo
Tomo V
di Jean-Charles-Léonard Simonde de Sismondi
1817 pagine 298

   





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