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      La regina Giovanna contava soltanto sedici anni quando successe a suo avo, ed Andrea, suo cugino e suo sposo, era nato pochi mesi prima di lei. Molti principi del sangue, figliuoli de' fratelli di Roberto459, facevano splendida e voluttuosa la corte di Giovanna, e cercavano a gara il favore de' giovanetti sposi, onde governare lo stato in loro nome. Sebbene i sovrani fossero più inclinati ai piaceri che alla gloria o al potere, davano di già non equivoci indizj di rivalità. Gelosi l'uno dell'altro, ma egualmente incapaci di amministrare il regno, nè il re, nè la regina sapevano soffrire che l'altro volesse regnare in proprio nome460. Andrea, figliuolo di Cariberto, nipote di Carlo Martello e pronipote di Carlo II, pretendeva d'essere il legittimo erede del trono. Vero è che suo padre era stato soppiantato da Roberto; ma dopo la morte di questi risguardavasi come rientrato negli originarj suoi diritti461; e gli Ungari che aveva seco condotti, ed in particolare un monaco, detto frate Roberto, suo principale consigliere, cercavano di fomentare questa sua pretesa onde avere poi esclusivamente nelle loro mani l'autorità reale. D'altra parte Giovanna ed i principi del sangue suoi cugini sostenevano che legittima era stata la successione di Roberto e convalidata dall'approvazione di Clemente V l'anno 1309; e che un re, riconosciuto legittimo dal suo popolo nel corso di trent'anni, non poteva essere altrimenti considerato come un usurpatore. Roberto, che prima di morire aveva già veduto gl'indizj di questa gelosia, si era fatto sollecito di consolidare i diritti della nipote.


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Storia delle repubbliche Italiane dei secoli di mezzo
Tomo V
di Jean-Charles-Léonard Simonde de Sismondi
1817 pagine 298

   





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