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      Imbarcossi il 15 gennajo a Napoli coi suoi più cari confidenti, portando sulla propria galera il poco danaro che ancora le restava dei tesori ammassati dal re Roberto, e fece vela alla volta della Provenza, ove i suoi baroni dovevano farle sentire la loro arroganza ed il loro malcontento. Luigi di Taranto e Nicola degli Acciajuoli imbarcaronsi poco dopo per seguirla, e tutte le città del regno si affrettarono di mandare deputati a Luigi d'Ungheria per sottomettersi a lui31.
      I principi del sangue che non avevano seguita Giovanna nella sua fuga, non sapevano ancora risolversi a porsi in mano del re d'Ungheria. Carlo, duca di Durazzo, fu il primo a superare ogni riguardo, sdegnando i consigli de' più timidi amici. Si presentò al re suo cugino, e gli rese omaggio come a suo nuovo sovrano, e ne ricevette le più lusinghiere accoglienze. Dietro i replicati suoi inviti, i suoi fratelli e cugini si recarono alla corte del re che accordò loro il suo favore32.
      L'armata ungara era giunta ad Anversa; e Luigi, prima di lasciare quella città, volle vedere il luogo in cui perì suo fratello. Il giorno 14 di gennajo si avvicinò con tutti i principi del sangue alla finestra ov'era stato strozzato lo sventurato Andrea. È probabile che tutte le circostanze di questo delitto, così fortemente richiamate ai suoi occhi ed alla sua memoria, destassero in lui un'improvviso furore che fu creduto la conseguenza d'un piano di perfidia formato da qualche tempo; egli si volse impetuosamente a Carlo di Durazzo, chiamandolo malvagio traditore; gli rimproverò d'avere co' suoi intrighi preparata la morte di Andrea, colla speranza di ereditarne la corona.


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Storia delle repubbliche Italiane dei secoli di mezzo
Tomo VI
di Jean-Charles-Léonard Simonde de Sismondi
1818 pagine 301

   





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