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      Due coraggiosi cittadini, un Giovanni Visdomini ed un Medici, che professavano ambidue il mestiere delle armi, intrapresero di condurre, il primo trenta corazzieri, l'altro ottanta pedoni scelti, a traverso al campo nemico fino entro le mura di Scarperia. Tutti i soldati da loro scelti erano tedeschi; l'armata dei Visconti trovavasi in gran parte composta di mercenarj della stessa nazione, onde la confusione del linguaggio agevolava la marcia degli avventurieri, che volevano penetrare nel castello; altronde erano favoriti dall'oscurità della notte; ed al loro ardire giovando assai la perfetta conoscenza dei luoghi, e la sorpresa dei nemici, giunsero in Scarperia, ove questo pugno di gente valorosa fu ricevuto con trasporti di gioja92.
      Quando Visconti d'Oleggio vide che la perdita cagionata agli assediati dalle baliste e dalle grandini delle freccie lanciate contro di loro, non gli stringeva ad arrendersi, risolse di prendere la piazza d'assalto. Aveva fatte preparare tutte le macchine da guerra allora usate nell'attacco delle città; cioè torri mobili di legno, montoni armati d'uncini, scale; oltre di che aveva fatto riempire le fosse. La prima domenica d'ottobre diede un generale assalto; ma gli assediati, fermi al loro posto, rovesciavano coloro che salivano le scale, o si avvicinavano sui ponti delle torri mobili; versando sugli altri pece bollente, pietre e dardi. Essi mai non lasciavano un solo istante senza gente il più angusto tratto di muro, facendo cadere gli uni sopra gli altri gli assalitori che successivamente si alzavano fino ai merli della muraglia, e che ricadevano nelle fosse coperti di ferite.


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Storia delle repubbliche Italiane dei secoli di mezzo
Tomo VI
di Jean-Charles-Léonard Simonde de Sismondi
1818 pagine 301

   





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