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      (1353) Quando i Genovesi giunsero a Loiera sulla costa settentrionale della Sardegna, seppero che le due flotte, che speravano di trovare disgiunte, eransi di già unite, e che stavano attendendoli a non molta distanza. Ebbero appena passato un promontorio che le scuoprirono; ma i Veneziani, per timore che i Genovesi si sottraessero alla battaglia, avevano cercato di nascondere parte delle loro navi, collocando le più basse dietro quelle di alto bordo, ed affettando ad un tempo una certa quale immobilità, che dai nemici risguardossi come sicuro indizio di timore. Il Grimaldi, ingannato da tale apparenza, ricordò ai suoi marinai la vittoria recentemente riportata in Romania sopra vascelli di numero superiori ai loro, li prevenne di star pronti alla battaglia, esortandoli a diportarsi valorosamente. Intanto superò un secondo promontorio, che prolungavasi in mare tra la flotta del nemico e la sua.
      In allora le due flotte si trovarono così vicine da non potere, anche volendolo, schivare la battaglia: ma i Genovesi, che scoprirono finalmente l'intera linea nemica, non videro senza inquietudine settanta galere a fronte delle loro cinquantadue, senza contare tre grandi vascelli rotondi, chiamati cocche, più forti e di più alto bordo delle galere, ognuno montato da quattrocento Catalani. Inoltre le navi veneziane avevano un numero di soldati maggiore del consueto, essendo esse destinate a lasciare in Sardegna truppe di sbarco.
      Non pertanto i Genovesi si prepararono coraggiosamente alla battaglia.


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Storia delle repubbliche Italiane dei secoli di mezzo
Tomo VI
di Jean-Charles-Léonard Simonde de Sismondi
1818 pagine 301

   





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