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      Gli fu tagliata la testa il 27 aprile del 1355 sulla gran scala del palazzo ducale nello stesso luogo in cui i dogi, quando venivano inaugurati, davano il giuramento di fedeltà alla repubblica. Durante l'esecuzione le porte rimasero chiuse; ma immediatamente dopo un membro del consiglio dei dieci si affacciò alla finestra, tenendo in mano la spada ancora insanguinata, e disse al popolo: è stata fatta giustizia d'un grande delinquente; all'istante si aprirono le porte del palazzo, ed il popolo, entrato in folla, vide il capo di Martino Falieri lordo del proprio sangue204.
      Abbiamo veduto in questo capitolo e ne' precedenti quali rivoluzioni la mercatura e la guerra marittima avevano introdotte tra gl'Italiani ed i Greci. Prima di abbandonare gli affari dell'Oriente, d'uopo è parlare delle relazioni di un altro genere, cioè letterarie e religiose, che nella stessa epoca si formarono tra i due popoli.
      Malgrado il loro orgoglio più non potevano i Greci considerare gli occidentali e sopra tutti gl'Italiani come popoli barbari di cui potessero disprezzare le arti, la letteratura, le ricchezze. I loro mercanti, i loro artisti, i loro soldati, e spesso i loro confidenti e ministri erano italiani, e mentre il genovese Cataluzzo era il confidente di Giovanni Paleologo, Cantacuzèno ricorda frequentemente l'amicizia che aveva stretta col grande ammiraglio Paganino Doria205; amicizia che non fu smentita nel calore della guerra che questo eroe genovese fu forzato di fargli colle flotte della sua patria.


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Storia delle repubbliche Italiane dei secoli di mezzo
Tomo VI
di Jean-Charles-Léonard Simonde de Sismondi
1818 pagine 301

   





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