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      I Lucchesi riguardavano quale monumento dell'affetto di Carlo IV la fortezza di Monte Carlo, ch'egli aveva fabbricata nel 1332 presso al Ceruglio, per chiudere il loro territorio dalla banda di Val di Nievole alle incursioni de' Fiorentini303. Il governo oppressivo de' Pisani faceva sempre più sospirare ai Lucchesi le speranze che Carlo aveva fatto concepir loro nel tempo del suo breve soggiorno. Quando venne innalzato alla dignità imperiale, non dubitarono che questo monarca non s'interessasse a loro favore, perchè essi sempre si ricordavano di lui. Di già avevano scritto in Germania per implorare la sua protezione; lo invitarono a Lucca e gli diedero infinite prove del loro amore304. Il re de' Romani non fu insensibile a queste dimostrazioni di attaccamento, e conferì con alcuni cittadini di Lucca intorno ai mezzi di tornare in libertà la loro patria.
      Ma Carlo era di già legato coi Pisani, che non voleva inimicarsi per favorire i Lucchesi. Aveva trovati a Mantova gli ambasciatori dei primi, e con loro aveva conchiuso un trattato, reso inviolabile dai giuramenti; aveva promesso di rispettare la libertà di Pisa, di conservarle il dominio di Lucca e di mantenere alla testa del governo la fazione de' Bergolini e la famiglia Gambacorti. D'altra parte la repubblica si era obbligata a pagargli sessanta mila fiorini per le spese della sua coronazione305.
      La città di Pisa trovavasi divisa in due fazioni, dette dei Bergolini e dei Raspanti. La prima in addietro era stata quella della nobiltà, ed aveva per capo Francesco Gambacorta, ricco mercante, che, col titolo di conservatore del buono stato, era alla testa di tutta la repubblica.


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Storia delle repubbliche Italiane dei secoli di mezzo
Tomo VI
di Jean-Charles-Léonard Simonde de Sismondi
1818 pagine 301

   





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