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      Ma il re, che aveva caldamente affrettata la venuta di queste truppe, non aveva danaro per pagarle, onde disertarono in pochi giorni, andando ad ingrossare l'armata del conte Lando366. Soltanto in settembre ottenne il re Luigi di mettere insieme con istraordinarie contribuzioni trentacinque mila fiorini, che questa volta rifiutò ai suoi piaceri ed all'avidità de' cortigiani. Diede questa somma alla compagnia, a condizione che s'allontanasse da Napoli per ritornare nella Puglia. Le promise di sborsare altri settanta mila fiorini in due termini, purchè uscisse da tutto il regno; ma finchè si effettuasse tale pagamento, acconsentì che la compagnia continuasse a vivere a discrezione nelle province lontane dalla capitale367.
      Mentre il regno di Napoli trovavasi così vergognosamente abbandonato dalla viltà del suo re ai guasti di un'armata d'assassini, il cardinale Egidio Albornoz continuava prosperamente negli stati della chiesa la guerra ch'egli aveva intrapresa per iscacciare o sottomettere i tiranni, che vi si erano stabiliti. La sua più grand'arte era quella di guadagnare al suo partito alcuni di que' piccoli signori, loro accordando vantaggiose condizioni; e suppliva in tal maniera agli scarsi sussidj che gli mandava la corte d'Avignone; approfittando inoltre della rivalità delle famiglie e delle vendette dei principi per rivolgere le armi degli uni contro gli altri.
      La Marca d'Ancona e la Romagna, ove il cardinale faceva la guerra, erano pressocchè le sole province d'Italia, i di cui abitanti si fossero conservati bellicosi.


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Storia delle repubbliche Italiane dei secoli di mezzo
Tomo VI
di Jean-Charles-Léonard Simonde de Sismondi
1818 pagine 301

   





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