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      Questi gli fece giurare fedeltà alla chiesa, gli accordò, mediante una leggiera374 contribuzione, per dodici anni il governo di Rimini, di Pesaro, di Fano e di Fossombrone; ma dichiarò libere sotto la protezione della chiesa Sinigaglia ed Ancona375.
      La sommissione de' Malatesti fu cagione dell'immediata ruina di Gentile da Mogliano. La città di Fermo gli si ribellò, ed aprì le porte al cardinale376. Raineri de' Manfredi, signore di Faenza, quasi chiuso nello stato di Bologna, non era per anco esposto agli attacchi del legato; ma Francesco degli Ordelaffi, capitano di Forlì, rimasto solo in guerra colla chiesa, doveva prevedere l'avvicinamento della burrasca, e vi si preparò coraggiosamente377. Egli si chiuse nella sua capitale, ed affidò alla consorte non meno di lui coraggiosa, la difesa di Cesena; non fece verun conto della crociata e della scomunica pubblicata contro di lui, e senza alleati osò solo disprezzare in queste due piccole città tutta la potenza della santa sede378.
      Prima che il cardinale legato potesse condurre la sua armata sotto Forlì, la rivoluzione scoppiata in una delle più potenti città dipendenti dall'alto dominio della santa sede, presentò nuova esca alla di lui ambizione, e gli offrì la speranza di nuova conquista. La santa sede aveva sopra Bologna gli stessi diritti che Albornoz aveva fatti valere rispetto alle altre città della Romagna; ma Bologna ubbidiva ai Visconti, e questi potenti signori non potevano essere spogliati come i piccoli principi d'Agobbio, di Viterbo e di Fermo.


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Storia delle repubbliche Italiane dei secoli di mezzo
Tomo VI
di Jean-Charles-Léonard Simonde de Sismondi
1818 pagine 301

   





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